Risguardo di copertina
una stazione, due uomini che aspettano un misterioso convoglio partito da lontano e un «brogliaccio» pieno di barzellette da leggere per ingannare l'attesa. sono storielle popolate da naufraghi e cannibali, carabinieri e politici, scienziati e filosofi, preti, suore, ebrei e musulmani, mariti e mogli impegnati nell'eterna lotta tra i due sessi, e ancora animali, suocere, amanti. storie che non appartengono a nessuno, ma sono a disposizione di tutti. ci dicono cosa siamo diventati, ci consentono di scavare nel torbido senza diventare persone torbide. e, soprattutto, fanno letteralmente morire dal ridere.
Risguardo di copertina
"raccolgo memorie di chi ha conosciuto il manicomio un po' come facevano i geografi del passato. questi antichi scienziati chiedevano ai marinai di raccontargli com'era fatta un'isola, chiedevano a un commerciante di spezie o di tappeti com'era una strada verso l'oriente o attraverso l'africa. dai racconti che ascoltavano cercavano di disegnare delle carte geografiche. ne venivano fuori carte che spesso erano inesatte, ma erano anche piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva conosciuti attraversandoli. cosí io ascolto le storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio non per costruire una storia oggettiva, ma per restituire la freschezza del racconto e l'imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell'immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano un viaggio". (ascanio celestini)"il manicomio è un condominio di santi. so' santi i poveri matti asini sotto le lenzuola cinesi, sudari di fabbricazione industriale, santa la suora che accanto alla lucetta sul comodino suo si illumina come un ex-voto. e il dottore è il piú santo di tutti, è il capo dei santi, è gesucristo". così ci racconta nicola i suoi 35 anni di "manicomio elettrico", e nella sua testa scompaginata realtà e fantasia si scontrano producendo imprevedibili illuminazioni. nicola è nato negli anni sessanta, "i favolosi anni sessanta", e il mondo che lui vede dentro l'istituto non è poi così diverso da quello che sta correndo là fuori - un mondo sempre piú vorace, dove l'unica cosa che sembra non potersi consumare è la paura.