Risguardo di copertina
è una strana forma di letargia quella che coglie all'improvviso gli abitanti di via cadorna, dove i più anziani sprofondano a turno in un sonno che dura ventiquattr’ore e poi svanisce senza lasciare traccia. qui, in un piccolo borgo della campagna fiorentina alla metà degli anni sessanta, vive giulio, il nipote del dottore del paese. giulio ha sedici anni e ne dimostra la metà. non si muove e non parla. si definisce «un coso che ha due braccia e due gambe, ma non funziona nulla». è tetraplegico. immobile nel suo lettino, giulio osserva, rielabora gli scampoli di vita che gli capitano a tiro, intercetta parole e reinventa l'esistenza a modo suo. insieme alle ipotesi che via via si dipanano sui motivi della letargia, giulio racconta di sé e della sua famiglia – il nonno autoritario, il padre indolente, la madre a caccia di sogni – da cui emerge un quadro strampalato dei normali, «gli esseri più misteriosi e più scontenti di tutti», messi straordinariamente a fuoco da chi normale non è, anzi si vede affibbiato l’epiteto di infelice. improvvisamente per giulio si apriranno le porte di un mondo nuovo e inaspettato grazie a uno dei medici che giravano per i paesi alla ricerca dei piccoli pazienti invisibili: un dottore alla rovescia ispirato alla figura di adriano milani, fratello di don lorenzo, che a lungo si batté perché la sanità restituisse a questi bambini dignità di persona. la scrittura di michele cecchini, lieve e insieme cruda, invita a entrare con coraggio nei pensieri e nell'universo di chi non ha voce. una fiaba senza fiabesco, dal tono mai patetico e a tratti scanzonato. l’esistenza raccontata da un bambino che non ha alcuna intenzione di rinunciare alla felicità e si lascia «amare dalla vita come viene viene».