Risguardo di copertina
peché dobbiamo leggere e continuare a leggere l'"amleto" di shakespeare, il "don chisciotte" di cervantes, "delitto e castigo" di dostoevskij, i racconti di borges e di calvino, le poesie di emily dickinson? non per obbligo , né per contribuire, con le nostre riflessioni, al progresso della società; ma perché leggere - leggere in maniera profonda la grande letteratura - è un piacere insostituibile, è un piacere che ci fa crescere, ci fa conoscere noi stessi, ci fa entrare in comunione con gli altri. in questo libro acuto e appassionato, il grande critico americano, harold bloom ci mostra in che modo la lettura può cambiare la nostra vita. lo fa guidandoci per mano alla scoperta di autori e di opere che hanno un mondo intero da rivelarci: fra i tanti, stendhal, cechov, turgenev, maupassant, melville, dickens, proust, hemingway, nabokov, landolfi, pynchon, ma anche ballate anonime del seicento o commedie surreali come "l'importanza di chiamarsi ernesto" di wilde. il saggio di bloom è un antidoto a quella che il grande poeta romantico william wordsworth chiamava 'la tirannia dell'occhio corporeo' , e che oggi si manifesta nella dipendenza da tutto ciò che è visivo, dalla televisione ai giochi elettronici. contro questa stordente fantasmagoria, bloom esalta il potere vivificante della parola scritta: perchè imparare a leggere la grande letteratura apre la strada alla crescita, al rinnovamento, alla guarigione dalle malattie dell'io che ci affliggono.