Risguardo di copertina
jack ellery era arrivato all’ottavo passo ed è stato ucciso. due colpi, con il colpo finale sparato in bocca, più che altro uno sfregio, a canna della pistola infilata tra i denti, forse un messaggio: non parlerai! l’ottavo passo è uno degli ultimi sulla via della redenzione degli alcolisti anonimi. si fa l’elenco di tutte le persone a cui s’è nociuto. il nono è quello del perdono, si chiede loro personalmente scusa del male fatto.matt scudder aveva conosciuto jack da bambino, nel bronx. «da ragazzi insieme. uno va a male, l’altro finisce con gli sbirri», come nei film di gangster dell’età d’oro. adulti e logorati dagli anni, s’erano ritrovati, increduli, faccia a faccia tra gli alcolisti anonimi, ma su gradini diversi: matt agli inizi, jack quasi fuori. s’erano aperti l’un l’altro, jack raccontando la sua carriera di piccolo criminale finito a cercare il coraggio in un fondo di bottiglia, e matt riferendo dell’abisso alcolico che aveva inghiottito la sua carriera nel corpo di polizia e lo aveva ridotto a lavori privati da detective senza licenza. per questo adesso matt, spinto dal supervisore di jack, accetta di indagare sull’omicidio dell’amico ritrovato. e allo scopo comincia a scrutare nella lista dell’ottavo passo, per scoprire, chissà, collegata a un nome, una storia che fornisca un movente credibile. nella lista non c’è niente di decisivo. invece, quel rivangare ha smosso qualcosa: spuntano nuovi appunti, altri cadaveri, sottovalutati indizi che scudder legge e interpreta con quel talento di segugio stanco. e alla fine, con la verità l’ex poliziotto scenderà a patti, mostrandosi per ciò che è: l’ultimo melanconico detective della hard-boiled school.«vero erede della tradizione dell’hard-boiled americano», è la definizione che gianrico carofiglio dà di lawrence block, scrittore dalla decisa personalità narrativa, vincitore di tutti i premi del genere, capricciosamente meno noto del suo merito in italia, che ha creato matthew scudder nel 1976, come protagonista di una lunga serie.
Risguardo di copertina
il diner piú famoso d'america, con la sua vetrata piena di luce contro il buio della notte. una sigaretta fumata di fronte a una finestra aperta, lasciando che il sole penetri nelle ossa. una coppia separata da una noia invincibile. un cinema mezzo vuoto dove una donna aspetta l'uomo che ama. edward hopper immortalava frammenti di vita invitando chi guarda a immaginare il resto. gli autori di questa antologia hanno dato loro respiro e ne è uscita una raccolta di testi - noir ma non solo - pieni di grazia e realismo, in cui a prendere corpo sono i personaggi dei dipinti. in tutti, come nei quadri che li ispirano, la scena americana svela il suo volto magico e oscuro, la sua struggente verità.