Risguardo di copertina
furono 650 mila i militari italiani che dopo l’8 settembre 1943 dissero di no al mussolini di salò e a hitler per restare fedeli alla loro patria: per questo furono internati nei campi di prigionia tedeschi e lì furono da quasi tutti dimenticati. quelli che sopravvissero, quando nell’aprile 1945 cadde il nazismo e finì la guerra, tornarono in italia e i più si rinchiusero in se stessi, cercando di dimenticare. passò quasi mezzo secolo prima che le ricerche degli storici e alcune testimonianze dirette facessero luce sui sacrifici, i meriti, la resistenza di quei soldati e ad essi venissero finalmente riconosciuti onore e gratitudine. questa è la storia di uno di loro in cui si rispecchia la storia di tutti, il capitano antonio colaleo, che visse quei due anni negli stessi lager dello scrittore giovanni guareschi e dell’attore gianrico tedeschi e li documentò attraverso 34 disegni tratteggiati e colorati con le sue “matite sbriciolate”. quei disegni erano il ricordo di cui più andava orgoglioso nonno antonio, come in famiglia tutti chiamavano il capitano colaleo. la nuora antonella bartolo è partita proprio dai disegni per raccogliere altri ricordi di nonno antonio e ripercorrere il suo viaggio, ordinando con chiarezza e precisione le ricerche degli storici, incontrando gli ultimi testimoni, confrontando memorie scritte e fotografiche, visitando i luoghi della detenzione per verificare cosa resti di quella storia. così nel libro si intrecciano passato e presente e si sviluppa un racconto di grande umanità: oltre il documento, la presa diretta con la voce, gli occhi, il cuore di uomini che hanno lottato per coerenza con le proprie convinzioni, per garantire un domani di dignità e libertà a se stessi, ai propri cari, al paese.una lettura che fa buona memoria.