Risguardo di copertina
essenziale, acre, implacabile mai disposto alla battuta facile: il furore comico-surreale di albanese va dritto al cuore del nuovo miracolo industriale, fondato sul superlavoro, ma anche al cuore della società che si vorrebbe postindustriale, e genera forme mostruose di lavoro. i personaggi di albanese sfilano come marionette ossessive, non prive di grazia, tra presse, lamiere, computer e registratori di cassa, condannate al lavoro a vita o comandate a vagare in auto nelle morbide notti punteggiate di insegne di fabbrichette. in un nord grande ormai quanto l'italia che è riuscito ad assumere anche alex drastico, riciclato esperto di fitness. con tratti da pittore espressionista, albanese disegna un'esilarante galleria di personaggi fissati, strambi, maniacali e ci dà la versione definitiva del nuovo paesaggio urbano italiano. anime comprese.
Risguardo di copertina
«molti sono i cuochi, ma c'è un solo alain tonné. io l'ho conosciuto una notte sul molo di marsiglia, sedeva nell'ombra, accarezzava distratto un polipo e osservando un cormorano mormorava: "arrosto? scottato al sale dell'himalaya? emulsionato con vellutata di alghe?". mi ha subito fatto pensare a un uomo tormentato da qualcosa: un rimpianto amoroso, un traguardo non raggiunto, parole non dette, droghe avariate. scusandomi con il polipo, mi sono seduto accanto a lui e gli ho chiesto di raccontarmi la sua storia. lui mi ha squadrato per lunghi minuti, poi ha detto: "non ti parlerò del torero". ho annuito. ha raccontato. così, senza un perché, ho colto il segreto delle sue grandi ricette, delle alghe sferificate all'alito di cernia e del riso tatuato all'incenso, dei vicini al sale e del pollo pollock, creazioni con cui lo chef si è proiettato ben oltre i confini dell'alta cucina, della sperimentazione gastronomica e del buonsenso, entrando nel mito. e ho ascoltato le storie dei suoi trionfi planetari, dal fuorissimo salone di sondrio allo show cooking al forum di davos, dal rinfresco fatale per un nobile scozzese fino a una memorabile sfilata di moda sulla cupola di san pietro. ma poi... poi non so se mi sono addormentato, o se accarezzare i polipi abbia effetti lisergici. so che mi sono risvegliato il giorno dopo, solo sul molo, con una gran fame e nessuna traccia di alain tonné. stretto nella mano sinistra avevo un biglietto con scritto: "senta, il cormorano lo faccia in crosta, come il gabbiano"».