Risguardo di copertina
in questa raccolta di saggi, incentrati sul rapporto e sui conflitti tra l'islam e la modernità, tra il mondo arabo e l''altro', adonis analizza le cause dell'immobilismo della sua cultura d'origine, dentro e fuori i confini della scrittura. e' una staticità che viene da lontano, da una lettura mai rinnovata del testo coranico, da una censura che non tollera innovazioni, da una poesia che non offre nuova linfa al contenuto e si concentra solo sulla forma, da una visione del mondo arabo associata al petrolio, da una logica, quella dei talebani, secondo la quale l'identità dell'uomo è compiuta, chiusa a ogni mutamento e universo di possibilità. "lo scenario che predomina nel teatro della nostra vita è la guerra" dice adonis: "guerra militare, guerra culturale." il terrorismo, però, il poeta ne è convinto, non si combatte con la guerra. bin laden non è solo creatura dell'islam, ma è anche figlio dell'idea che l'occidente si è costruito di un mondo che quasi ignora. come si può reagire a questa impasse, che rappresenta una pesante eredità per la civiltà che la vive e un grave depauperamento per il mondo intero? comprendendo e studiando il proprio passato; evitando di confondere la globalizzazione, che incarna la sete di potere dei governi e delle istituzioni, con il concetto più vasto di internazionalismo, che tiene conto delle differenze tra i popoli e le culture; analizzando con occhi sgombri da pregiudizi la storia e la produzione artistica e anche aprendo a quelle forze che nella società araba sono contrarie alla violenza e portatrici di creatività e sapere, facoltà senza le quali una nazione non può sperare di affermare la propria identità. sia che guardiamo il mondo da occidente sia che lo osserviamo dalla parte dell'islam, ci suggerisce il grande poeta e intellettuale arabo, è giunto il momento di riconsiderare l'uomo e la sua opera in una prospettiva universale.