Risguardo di copertina
nahr è rinchiusa nel cubo: tre metri quadrati di cemento armato levigato, privata di ogni riferimento di tempo, con i suoi sistemi di alternanza luce e buio che nulla hanno a che vedere con il giorno e la notte. vanno a trovarla dei giornalisti, ma vanno via a mani vuote, perché nahr non condividerà la sua storia con loro. il mondo lì fuori chiama nahr una terrorista e una puttana; alcuni forse la chiamerebbero una rivoluzionaria o un esempio. ma la verità è che narh è sempre stata molte cose e ha avuto molti nomi. era una ragazza che ha imparato, presto e dolorosamente, che quando sei un cittadino di seconda classe l'amore è un solo tipo di disperazione; ha imparato, sopra ogni cosa, a sopravvivere. cresciuta in kuwait, è una ragazza arrivata in palestina con le scarpe sbagliate e che, senza andare a cercarseli, trova scopi, passione politica, amici. e trova un uomo dagli occhi scuri, bilal, che le insegna a resistere; che prova a salvarla ma quando è già troppo tardi. nahr si mette seduta nel cubo e racconta la storia a bilal. bilal che non è lì, che forse non è più neanche vivo, ma che è la sua unica ragione per uscire fuori.
Risguardo di copertina
un romanzo struggente che può fare per la palestina ciò che il "cacciatore di aquiloni" ha fatto per l'afghanistan. racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". attraverso la voce di amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'ain hod, nel 1948, per il campo profughi di jenin. assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. e, in parallelo, si snoda la storia di amal: l'infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo più grande amore. la storia della palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell'arco di quasi sessant'anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. in primo piano c'è la tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta. l'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.