Risguardo di copertina
Carmilla, Millarca, Mircalla: imprigionata in un nome che può solo camuffarsi nel suo anagramma e in un corpo che continua a reincarnarsi attraverso il tempo e attraverso la morte, la bellissima, infelice e demoniaca creatura rinnova in queste pagine il mito folclorico, antropologico e letterario del vampiro, che avrebbe assunto di lì a pochi anni le indimenticabili sembianze del Dracula di Stoker. Ma è una donna-vampiro che della femminilità conserva i tratti marcati e contraddittori che le sono assegnati dall'inquieto immaginario vittoriano: la sensualità dirompente e aggressiva, la dolcezza avvolgente e maliosa, desideri inconfessabili e una profonda, inestinguibile malinconia. È tutto questo che irrompe all'improvviso nel sonnolento e asfittico piccolo mondo biedermeier di Laura, la fanciulla casta e pura che rappresenta l'altra faccia del femminile, domestica e rassicurante. Da questo incontro fatale nasce non solo la storia eterna e avvincente della lotta tra il bene e il male, ma quella, ben più inquietante, di una crescente attrazione, fusione e con-fusione tra le due donne che arrivano a tratti a sovrapporsi in un doppio mostruoso, una figura speculare che rimanda all'una la propria immagine per sempre contaminata dai tratti seducenti e diabolici dell'altra, e del suo indicibile desiderio proibito.