Risguardo di copertina
"Il Bafometto," scrive Maurice Blanchot "trasformando in mito la leggenda dei Templari, spiega con una sontuosità barocca l'esperienza dell'eterno ritorno di Nietzsche, paragonata qui ai cicli della metempsicosi e resa perciò più comica che tragica. Tutto avviene in un aldilà turbinoso - regno degli spiriti - dove è naturale che, sotto una luce d'invisibilità, tutte le verità perdano la loro luce, dove Dio non è altro che una sfera lontana e molto diminuita, dove soprattutto la morte ha perso la sua onnipotenza e perfino il suo potere di decisione: né immortali, né mortali, in balia del cambiamento perpetuo che li ripete, assenti da se stessi nel movimento d'intensità che è la loro sola sostanza e fa del loro essere identico un gioco, una rassomiglianza senza nulla a cui somigliare, un'incitazione inimitabile, questi sono i respiri, parole di spirito o parole di scrittore, come sono le figure e le opere formate da queste parole. Rimane il desiderio inspiegabile di ritornare alla luce, con il pretesto di onorare il dogma della resurrezione finale, desiderio d'incarnarsi, fosse anche in parecchi, in uno stesso corpo, desiderio non tanto di purificarsi quanto di corrompersi e di corrompere tutta l'opera purificatrice, nel quale propenderei a vedere una giusta maledizione gettata sull'eternità dell'essere." Con un'intervista a Pierre Klossowski di France Hauser e sei illustrazioni dell'autore.